Fermati un attimo e immagina la grande importanza che hanno le mani. Grazie ad esse possiamo mangiare, lavorare, prenderci cura delle persone che amiamo. Quando pensiamo alle mani, è fondamentale conoscere il potere che risiede nel dito anulare dove, non a caso, portiamo la fede nuziale.
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Perché l’anulare è speciale
Prima di spiegare cosa non si dovrebbe mai fare con l’anulare, vediamo un attimo come mai questo dito è speciale. La prima cosa da dire al proposito è che, secondo un’antica credenza, il dito anulare sarebbe attraversato da una vena che giunge direttamente al cuore.
Da non dimenticare è il fatto che l’anulare è il primo dito che si sviluppa quando il feto è nella pancia della mamma. Nel mondo, i punti di vista sul suo ruolo sono differenti. Tra questi, è possibile citare una branca della tradizione yogica secondo la quale, attraverso l’ultima falange dell’anulare, è possibile governare le circostanze che ci circondano.
Per rendersi conto della cosa, basterebbe a quanto pare aprire i palmi delle mani e portarli verso l’altro, rimanendo sintonizzati sul respiro e notando che l’energia elementare dalla quale si è circondati muta radicalmente.
Apprezzare a pieno gli effetti sopra ricordati significa anche soffermarsi sul fatto che, molto spesso, durante la giornata mettiamo in atto dei segnali di chiusura come per esempio il fatto di mettere le braccia conserte o di chiudere la mano a pugno.
Porre attenzione su questo aspetto è cruciale in quanto, grazie alla buona gestione delle dita, si può fare tantissimo dal punto di vista del miglioramento delle energie. A tal proposito, contano tantissimo anche gli anelli.
Secondo lo yogi Sadhguru, per esempio, mettendone uno di metallo all’anulare, si ha la possibilità di stabilizzare le energie e di aprirsi a esperienze positive. Invece, è opportuno evitare di mettere anelli al pollice.
Tornando un attimo all’anulare ricordiamo che, quando si medita, c’è una cosa che non bisognerebbe mai fare con questo dito. Cosa, di preciso? Unire il pollice e l’anulare assieme, formando il cosiddetto Surya Ravi Mudra.
Per essere precisi, non bisognerebbe farlo se non si ha sufficiente esperienza con la pratica. Il rischio di provare senza dimestichezza è infatti quello di disperdere le energie. Se si è alle primissime armi con la meditazione, la cosa migliore da fare è aprire i palmi verso il cielo o, con l’aiuto di un maestro di yoga, valutare altri Mudra. Fondamentale è anche la pazienza: quando si parla di yoga e meditazione, bisogna dare tempo al tempo.