La banconota da 10 euro è una delle più diffuse in assoluto, assieme a quella da 20 e 50, che rappresentano quelle più riconoscibili della valuta in uso in gran parte dei paesi europei.
Alcuni anni fa tutti i “tagli” di carta moneta hanno subito un restyling grafico ma i colori predominanti restano gli stessi, per la 10 euro è l’inconfondibile rosso/magenta.
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Esattamente come per le monete, le “regole” base per determinare l’unicità e la rarità di un esemplare in particolare è sia nei piccoli dettagli, come un numero seriale particolare (la serie di numeri e lettere che identificano un esemplare in maniera unica) e ovviamente lo stato di conservazione. Importanti anche eventuali errori di stampa o altre peculiarità uniche.
10 euro
La banconota da 10 euro, che ha fatto la sua comparsa assieme a tutte le altre del medesimo conio nel 2002, è stata sviluppata in 2 serie, la prima dal 2002 fino al 2014 e la seconda che è quella corrente a partire dalla seconda metà del 2014. Su entrambe le versioni è presente una lettera all’inizio del numero di serie, presente sul retro, nell’angolo sinistro in basso della banconota.
Questa lettera identifica il paese che ha realizzato l’esemplare, ad esempio una S significa che è stata prodotta in italia. Proprio il numero di serie nasconde l’unicità, visto che meno cifre diverse sono riscontrabili e più è rara la banconota. Ad esempio una che presenta due o tre cifre come S343432342 o S1212121212 può valere fino a 5 o 6 volte il valore nominale. Se la banconota presenta un solo numero significa che è unica e il valore può valere anche 500 euro o più. Idem per quanto riguarda un seriale con numeri consecutivi come 1234…e via discorrendo.
Errori di stampa
Ciò che rende unica una banconota, ancora di più del numero di serie è un possibile errore di stampa, che differenzia anche in minima parte l’aspetto dell’esemplare. Meno è comune l’errore, maggiormente può valere la banconota.