Tassa da 35 euro sulla Postepay: verità o fake news?

I titolari di una carta Postepay sono moltissimi, nel nostro paese: la motivazione che ha portato a questa tipologia di carta prepagata a “sfondare” in Italia e che ha permesso un rapido incremento della diffusione di moneta elettronica e il conseguente incremento di acquisti anche online.
La carta sviluppata nel 2003 da Poste Italiane è oggi diffusa ancora in maniera capillare, e non è un caso che oltre la metà degli acquisti online vengano tutt’ora effettuati con una Postepay.
Postepay, quanto costa?
Oltre ad essere molto apprezzata per la facilità di utilizzo, la Postepay (diffusa sia nella versione “standard” che in quella Evolution, dotata di IBAN), è anche il fattore costi a rendere così diffusa questa tipologia di prodotti: il costo irrisorio di attivazione (pari a 5 euro) e di ricarica (che varia da 1 a 2 euro) appare decisamente vantaggioso anche se negli ultimi anni altri servizi analoghi di diverse aziende e società hanno proposto tipologie di carte molto simili. La Evolution presenta un costo annuale di 12 euro proprio in virtù delle funzioni che la rendono maggiormente confrontabile alle carte conto.
La “tassa” di 35 euro
Da un po’ di tempo inizia a circolare la notizia relativa ad una mini “stangata” dei costi di ogni carta prepagata: 34,90 euro di imposta di bollo, richiesto dall’erario di stato per ogni utente che presenta una giacenza media superiore ai 5000 euro. Questa fa parte di una nuova normativa che si applica ad ogni tipologia di carta ricaricabile, ed avviene su base mensile per un prelievo ricorrente di 2,90 euro, pari quindi a circa 35 euro annui.
La nuova normativa non si applica se la giacenza media annuale della carta in questione non arriva ai 5000 euro.