Hai le 10.000 Lire di Volta? Ecco quanto possono valere: “Incredibile!”

La Lira è stata “mandata in pensione” ufficialmente nel 2002, sostituita dall’Euro che è divenuta l’unica valuta legale nel nostro paese a partire dal 28 febbraio di quell’anno, dopo alcuni mesi di “convivenza” con il vecchio conio. A partire dal 1° marzo successivo, ogni moneta e banconota facente parte della lira è divenuta fuori corso come tutti gli altri formati.
La 10.000 lire
L’ultima versione della 10.000 lire, ossia quella con l’effige di Alessandro Volta, fisico, scienziato ed accademico italiano, inventore della prima pila, è quella che probabilmente ha trovato maggiore diffusione a partire dal 1984, venendo stampata in 3,4 milioni di pezzi fino al 1998, anche se è circolata fino al 2002. Distinguibile da parte di chi l’ha “vissuta”, questa banconota è cromaticamente basata sul colore blu/azzurro/ciano. Sul retro è presente una raffigurazione del Tempio Voltiano presente a Como, dove sono tutt’ora conservati i resti e gli studi scientifici dell’illustre scienziato.
Come da tradizione per le banconote dell’epoca la carta era dotata di filigrana con tanto di “banda” interna visibile in controluce. Le dimensioni sono 133 mm × 70 mm.
Quanto possono valere?
Le 10.000 lire sono state realizzate in numerose “serie”, riconoscibili proprio dal seriale costituito da lettere e numeri, collocato nell’angolo sinistro della banconota: tra le più rare spiccano quelle realizzate nel 1986, appartenenti alla serie XA (presente all’inizio di ogni seriale), realizzate in sole 600mila copie. Un esemplare tenuto in condizioni perfette, quindi Fior di Stampa, può superare i 1000 euro come valutazione, che cala di molto fino a valere meno di 100 euro in caso di condizioni peggiori. 800mila pezzi per la serie XB del 1988, che può valere fino a 700 euro, poco meno per le XD del 1993, stampate in 500mila pezzi ma meno “danarose” in quanto produzione più recente. Valgono comunque dai 350 euro fino alle poche decine, a seconda dello stato di conservazione.
Le serie che iniziano per X identificano una serie “sostitutiva”, ossia che vanno per l’appunto a “migliorare” quelle recanti le A, più diffuse.