Postepay, assurdo: ecco tre cose che non puoi più fare

La carta Postepay rappresenta uno dei successi maggiori di Poste Italiane, al punto che con questo non da qualche anno non si identificano solo le carte prepagate ricaricabili ma un intera “famiglia” di prodotti tecnologici che comprendono anche il servizio Postemobile. Ad oggi, nonostante la folta “concorrenza”, oltre la metà degli acquisti online effettuati nel nostro paese lo sono attraverso una delle carte Postepay, che si sono evolute pari passo con la tecnologia. Proprio per questo non tutto resta sempre uguale: ecco alcune cose che risultano cambiate.
Una sola app
Dall’avvento degli smartphone, la Posta è stata praticamente “obbligata” a stare al passo coi tempi, adattando i propri prodotti a svariate app ufficiali per poter utilizzare al meglio le svariate funzionalità. Nel corso degli anni tuttavia Postepay SPA, azienda sviluppata in maniera parallela e “separata” da Poste Italiane, ha deciso di eliminare tutte le app associate le cui funzioni sono state progressivamente assorbite dall’app ufficiale Postepay. La stessa app Postemobile è stata eliminata dagli store.
Pagamenti “meno fluidi”
La Postepay è stata ed è tutt’ora molto utilizzata per le “truffe” online, utilizzando spesso la tecnica del Phishing. Con le utlime normative di sicurezza in vigore dal 1 gennaio 2021 per poter continuare ad autorizzare gli acquisti online, anche per Postepay è stato necessario adeguarsi alle nuove regole richieste dalla Direttiva Europea (UE) 2015/2366 sui servizi di pagamento. Di fatto gran parte dei portali online di e-commerce ha reso necessario delle misure di sicurezza più restrittive, che possono rallentare il processo di pagamento, come descritto anche attraverso l’avviso ufficiale.
Niente più costi di gestione annullati
Nessuna differenza nei costi di gestione per la variante “base”, ossia quella gialla, mentre la Evolution che è dotata di IBAN necessiterà di un pagamento annuale di 34,90 in caso di giacenza media superiore ai 5000 euro annui, oltre ad un pagamento di 2 euro, sempre a cadenza annuale, per gli importi caricati superiori ai 77,50 euro.