Per tutti i cittadini pagare le bollette, ossia le fatture relative ad un particolare servizio, sopratutto se considerato “primario”, come energia, acqua e gas, spesso viene naturale al netto delle dimenticanze: sono ben noti i rischi di eventuali ritardi o pagamenti mancati. Solitamente infatti dopo i solleciti arrivano delle vere e proprie “stangate ” in termini di somme aggiuntive da pagare oltre ad aggiungersi la sospensione del servizio. Ma non sempre è consigliabile pagare le bollette, ecco perché.
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Quando non pagare le bollette?
Esiste un termine temporale definito “prescrizione”, ossia quando chi fornisce il servizio non può legalmente più richiedere di pagare una fornitura energetica o di qualsiasi altra tipologia. La legge italiana diversifica questo fattore in maniera non sempre chiarissima perciò di base si tende a conservare tutto e pagare senza troppi pensieri, anche quando in realtà è passato abbastanza tempo da far “scattare” la prescrizione.
La domanda più spontanea e ovvia è relativa alla prescrizione di queste forniture, quando questa è considerata attiva: il termine stesso definisce un limite, oltre il quale il fornitore non può più chiedere alcun pagamento al cliente, cancellando quindi in maniera definitiva il debito, anche se è bene ricordare che per poter “scattare” la prescrizione, il cliente non deve aver ricevuto alcun sollecito di pagamento o messa in mora.
Luce, gas e acqua
La legge di bilancio del 2018 ha ridotto da 5 a 2 anni il termine di prescrizione, anche se è opportuno ricordare che per quanto riguarda le forniture di energia elettrica tutte le fatture emesse prima del 2 marzo 2018, la prescrizione resta di 5 anni, mentre tutte quelle emesse successivamente valgono i 2 anni, idem dicasi per i conguagli.
Situazione quasi analoga per le fatture dell’acqua e gas, stavolta la prescrizione di 5 anni si applica fino al 1° gennaio 2019, dal 2° gennaio vale quella dei 2.
Nessun cambiamento per quanto riguarda le bollette del telefono che resta di 5 anni.