Attenzione al tuo conto corrente: ecco cosa può accadere!

Nel giro di pochi decenni, aprire ed essere titolari di un conto corrente ha assunto dimensioni differenti, anche grazie all’ausilio delle nuove tecnologie che permettono un certo grado di praticità ed affidabilità sia nella gestione dei nostri risparmi, non essendo più così necessario recarsi di persona presso le filiali bancarie.
Questo ha sicuramente favorito gli utenti ed ha permesso alle banche di subire meno gli effetti della pandemia. Ma quali sono i “rischi” più concreti del conto corrente?
Inflazione
Le regolamentazioni dell’Unione Europea sul tema dell’inflazione mettono al riparo da improvvise stangate da questo punto di vista. L’inflazione, in grande crescita nel nostro paese fino a qualche decennio fa, è in sostanza quando una valuta vede diminuirsi il potere d’acquisto rispetto al periodo precedente. Tuttavia nonostante il “blocco” del 2% imposto dall’UE, i tassi possono comunque elevarsi e rendere i nostri risparmi meno utili per il futuro.
In sostanza, in base alla somma, il potere d’acquisto ogni anno si abbassa un po’, e i governi sono spesso costretti ad applicare costi maggiori per permettere ai cittadini di mantenere i soldi sul conto. I soldi “stagnanti” quindi non fanno comodo a nessuno, ecco perchè spesso è consigliabile investire una certa somma oppure utilizzare libretti di risparmio e buoni fruttiferi.
Pignoramento
Avere una più che discreta somma sul conto rendere anche più semplice da pate dell’Agenzia delle Entrate Riscossione presentare cartelle di pignoramento, in caso di debiti. Il pignoramento è basato sulle entrate della singola persona e non può superare il 10 % dello stipendio/pensione. Legalmente la banca deve comunque presentare la documentazione necessaria entro 60 giorni dalla richiesta di saldare il proprio debito.
Tasse
Per giacenze medie pari o superiori a 5000 euro si paga all’anno un bollo da 34,90 euro. Questa è un’imposta che si applica non solo ai conto correnti ma anche a prepagate dotate di codice IBAN.
Per gli strumenti finanziari per i quali l’imposta di bollo è invece del 0,2% della giacenza media.