Bonus Bancomat: assurdo, ecco a chi spetta e come si richiede

L’attuale governo Draghi, subentrato a quello definito Conte II non si è “presentato” come rivoluzionario in pressochè ogni ambito: l’intenzione palesata è quella di un certo senso proseguire la strada dei precedenti esecutivi anche sulla questione ridurre l’uso del contante, considerato poco pratico per le imprese e per i governi stessi. Il riciclaggio e la criminalità organizzata infatti sfrutta la poca tracciabilità del contante per trovare spazio, ed ecco che gli incentivi per usare maggiormente i pagamenti elettronici si sono intensificati da diversi anni.

Il governo Conte II infatti aveva creato misure di “incentivo” all’uso di carte e bancomat, come il Cashback di stato, misura chiacchierata e discussa che ha diviso sia la politica che la cittadinanza: in particolare gli esercenti hanno dimostrato perplessità visti i costi necessari per permettere di adeguarsi tecnologicamente. Ecco perchè da qualche settimana il Cashback è stato sostituito dal Bonus Bancomat.

Cos’è il Bonus Bancomat?

Si tratta di una sorta di rimborso, che viene “scalato” dalla dichiarazione dei redditi, per gli esercenti, come negozi, titolari di partite iva e simili. Questi di fatto coprono le spese relative all’acquisto o noleggio di POS per i pagamenti elettronici e per l’aggiornamento di registratori di cassa telematici, inoltre risultano pressochè azzerate le commissioni per gli esercenti, relative proprio all’acquisto/noleggio di tali dispositivi.

Quello relativo alle spese inerenti al pos arriva fino a 160 euro e viene calcolato in base al fatturato annuo dell’esercente o semplice titolare di partita iva.
Questo copre parzialmente le spese sostenute dal 1 luglio 2021 al 30 giugno 2022 per chi abbia deciso di munirsi di POS o sistemi analoghi di pagamento elettronico. Come detto, il rimborso non è totale ma copre le spese relative in base al già citato fatturato, ecco come:

  • il 70%, ai fatturati entro i 200.000 euro;
  • il 40%, se il fatturato eccede i 200.000 euro fino a 1 milione di euro.
  • il 10%, se il fatturato è compreso tra 1 e 5 milioni di euro.

Esiste un ulteriore bonus da 320 euro realtivo a chi abbia deciso di munirsi, nel medesimo lasso di tempo, dei cosiddetti sistemi avanzati di pagamento, cioè che siano in grado di trasmettere telematicamente e di archiviare i dati in formato elettronico. Anche questo rimborso non può superare i 320 euro ed è basato sul fatturato annuo in questa maniera.

  • il 100%, ai fatturati entro i 200.000 euro;
  • il 70%, se il fatturato eccede i 200.000 euro fino a 1 milione di euro.
  • il 40%, se il fatturato è compreso tra 1 e 5 milioni di euro.

Come si richiede?

Non è necessaria alcuna procedura di sorta, visto che il bonus viene calcolato attraverso la dichiarazione dei redditi.
Il rimborso non viene erogato in forma liquida ma direttamente “scalato” a fine anno fiscale.

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