La “guerra al contante” da parte dei governi è motivata da ragioni pratiche dato che il contante è molto difficile da tracciare, e per questo risulta complicato anche effettuare un controllo fiscale su ogni movimento di denaro, finendo anche per favorire i vari gradi di criminalità.
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Non è un caso infatti che anche il nostro paese da tempo, principalmente dagli anni 90, sia portato verso una digitalizzazione di ogni forma di pagamento, rinforzando l’aspetto telematico e favorendo l’uso della moneta elettronica, oramai una realtà piuttosto radicata ma che trova sempre un certo ostracismo da parte di una fetta della popolazione. Per arginare almeno parzialmente movimenti di denaro, le regolamentazioni sul contante si sono fatte sempre più stringenti, anche per quanto riguarda il conto corrente.
Prelievo dal conto corrente
Abbiamo già parlato delle nuove regolamentazioni in merito alla quantità di denaro che è possibile prelevare presso un ATM in diversi archi temporali, anche se il discorso è più ampio e va sempre interpretato nell’ottica di arginare la criminalità e il riciclaggio di denaro: in sostanza il “movimento” di denaro eccessivo è tenuto sotto controllo dallo stato, precisamente dall’Unità di Informazione Finanziaria, che solitamente si attiva proprio quando si verificano “movimenti” sospetti, sopratutto se legati a semplici cittadini, visto che il discorso cambia per i titolari di partite Iva che solitamente possono prelevare somme fino a 1000 euro al giorno.
Il limite di prelievo
Fino al 2022 il limite mensile è proprio di 10mila euro, mentre al giorno possono essere prelevati fino a 1000. A rappresentare un problema è sopratutto somma totale che viene prelevata in un determinato periodo di tempo, ad esempio l’Agenzia delle Entrate non si “attiva” per “movimenti” inferiori ai 10mila euro mensili anche se il limite si riduce sempre di più con il tempo e in caso di versamento di contanti è spesso necessario chiarire la motivazione del versamento o della ricarica. Per i comuni cittadini il limite è inferiore ai 1000 euro mensili anche se conta anche la tipologia di prelievo e versamento, ad esempio operazioni molto simili a distanza di pochi giorni possono far insospettire l’Unità di Informazione Finanziaria che potrebbe decidere per un controllo.