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Il valore di questa moneta da 10 Lire è pazzesco: ecco quale cercare

10 lire

Le generazioni che hanno assistito al passaggio dalla lira all’euro ricorderanno sicuramente il quasi improvviso cambio di abitudine reso necessario dal 28 febbraio 2002, ultimo giorno “di vita” del vecchio conio italiano: a partire dal giorno successivo infatti la moneta unica è stata considerata l’unica valida nel nostro paese ed in gran parte d’Europa.

Tra i numerosi motivi che hanno spinto il nostro paese ad essere uno dei “promotori” dell’Euro è cosiddetta inflazione che ha fatto perdere valore alla lira sopratutto a partire dagli anni 80. Ecco perchè, solo per fare un esempio, una moneta da 10 lire è divenuta in pochi decenni decisamente trascurabile come “taglio” monetario.

10 lire

La 10 lire è stata  sviluppata dal nostro paese fin dalla nascita dell’Unità d’Italia, anche se le più note e diffuse sono quelle relative al periodo repubblicano, ossia quello immediatamente successivo al dopoguerra. Dal 1946 fuono sviluppate le 10 lire “Olivo”, così soprannominate per la piantina di olive raffigurata su una delle “facce”, mentre dall’altra è presente Pegaso, il cavallo alato.

Queste monete, realizzate fino al 1950, sono decisamente interessanti per i collezionisti, visto che per le monete in condizioni eccellenti il valore può arrivare fino a 80 € per esemplare. Discorso diverso per quelle coniate nel 1946 e 1947, in numeri decisamente minori rispetto agli anni successivi; una “Olivo” del 1946 se in condizioni Fior di Conio vale oltre 1000 euro, mentre una del 1947 alcuni anni fa fu venduta all’asta per 4600 euro, in condizioni assolutamente perfette. Per distinguere questi esemplari è necessario esaminare la composizione dei dettagli: la R e leggermente distanzionata dalla punteggiatura della L, e sui bordi deve recare la dicitura G. Romagnoli e P. Gianpaoli.

E la “Spiga”?

10 lire

 

A partire dal 1951 fu sviluppata la più diffusa e conosciuta delle 10 lire, quella che presenta una spiga e un aratro. A causa della diffusione capillare, che è proseguita fino agli anni 90, il valore è meno entusiasmante anche se difetti di coniatura, uniti a esemplari particolarmente ben tenuti possono comunque portare una moneta “spiga” a valere diverse decine di euro.

Un esemplare creato nel 1954 particolarmente ben tenuto vale fino a 90 €. Interessanti anche gli esemplari prodotti nel 1991, quando un numero non precisato di queste monete fu creato con un difetto, precisamente rovescio con l’immagine capovolta, ed a causa di questo il valore di questi esemplari può arrivare a valere circa 50 €.