Quanto vale un francobollo annullato? Pazzesco, ecco la risposta

La filatelia, ossia il termine generico con la quale si identifica la collezione di francobolli, ha preso rapidamente piede in tutto il mondo a pochi anni dalla nascita del francobollo stesso, a metà del 19esimo secolo, e con la semplice collezione di esemplari utilizzati, la filatelia ha assunto un significato decisamente allargato, visto che il mondo dei francobolli è presto divenuto molto vasto.
Un esempio è dato dai francobolli timbrati per certificare l’annullo postale è una traccia indelebile apposta su un pacco o una lettera per impedirne il riutilizzo, ed eventualmente per datare l’operazione di accettazione della missiva o pacco. L’annullo viene reso evidente tramite l’emissione di un timbro. Esiste una sottocategoria della filatelia, chiamata marcofilia, ossia il collezionismo, lo studio e la catalogazione degli annulli e dei timbri postali.
Il valore di un francobollo
In maniera non troppo differente dalle monete e banconote, anche i francobolli possono avere valori estremamente alti, come abbiamo già osservato e anche le “sottocategorie” dei francobolli hanno trovato grande seguito tra i collezionisti, e non sono pochi i francobolli che presentano uno di questi timbri che ne annullano il valore. Come le monete è il fattore rarità nonchè quello relativo alle condizioni di conservazione a determinare il tutto.
Quanto vale un francobollo annullato?
Nonostante ciò, un francobollo annullato nella maggior parte dei casi non aumenta in modo sensibile, anzi in molti casi rappresenta uno dei fattori che può far calare il valore di un esemplare. Un esempio è portato dal Gronchi Rosa, uno dei francobolli più famosi del nostro paese, che ha un valore molto variabile e quello più alto è determinato proprio dal mancato utilizzo.
Solo quando un timbro è presente su un esemplare particolarmente diffuso può determinare un grado di unicità ma in genere non si tratta di esemplari valutati in maniera molto differente.