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Trova le 500 Lire con Aretusa: ecco il valore che sorprende tutti

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Quando pensiamo alle 500 lire, ci vengono in mente principalmente due versioni, la 500 lire d’argento, nota come Caravelle, sviluppata negli anni 50 e 60 del 20° secolo e quella più comune ed utilizzata fino alla dismissione della lira, ossia la bimetallica, nata nella prima metà degli anni 80. Non tutti sanno che sono esistite per svariati decenni anche diverse versioni delle 500 lire in formato cartaceo, almeno fino agli anni 60, e una di queste è sicuramente la variante definita Aretusa. Qual’è il valore al giorno d’oggi di uno di questi esemplari?

La 500 banconota

La 500 lire in formato banconota ha visto la luce pochi anni dopo la formazione del Regno d’Italia, precisamente a partire del 1874 quando la Banca Nazionale nel Regno d’Italia iniziò la produzione in formati che sono stati mantenuti fino agli anni 50 del secolo successivo. La Repubblica d’Italia, nata nel 1946 dopo il referendum, dietro decreto ministeriale, iniziò a sviluppare la banconota da 500 lire probabilmente più diffusa, denominata Italia ornata di spighe, che fu stampata fino al 1961.

500 lire Aretusa

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Nel 1966 lo Stato italiano commissionò il biglietto di stato dal valore di 500 lire denominato Aretusa, una figura della mitologia greca, precisamente una ninfa che fu sedotta dal dio Alfeo che fu tramutata in una fonte, che ancora oggi da il nome ad uno specchio d’acqua nell’isola di Ortigia, nella parte più antica della città siciliana di Siracusa. La 500 lire Aretusa fu creata con il preciso scopo di prendere il posto della 500 lire Caravelle, realizzata in argento, variante divenuta troppo costosa considerato il prezzo del metallo.

La Aretusa non è una banconota ma un biglietto di stato, non realizzato dalla Banca d’Italia, di fatto si tratta di un buono che poteva essere scambiato in moneta o banconota.

Un esemplare che presenta il numero di serie che inizia W03 e W04, serie sostitutiva dell’anno 1967 possono valere fino a 120 euro se le condizioni sono Fior di Stampa, ossia mai circolate e senza alcun segno di usura ma ancora più rare ed interessanti quelle realizzate nel 1975, riconoscibili per le diciture A26 e C26 impresse giusto prima del seriale del biglietto e quella sostitutiva che presenta la sigla W05: le prime valgono fino a 800 euro se Fior di Stampa, la seconda è ancora più rara e vale fino a 1300 euro, sempre se nelle condizioni Fior di Stampa.