Addio ai prelievi Bancomat: ecco cosa cambia nel 2022

I sistemi economici sono in continuo cambiamento e mai come in questi ultimi anni tendono a riflettersi con maggiore incidenza rispetto al passato anche sulla popolazione “comune”: eventi come la pandemia hanno accentuato la crisi finanziaria già “barcollante” ed ha dimostrato ulteriormente la necessità di un rinnovamento dei sistemi di pagamento, sempre più rivolti al “digitale”.
La moneta elettronica infatti è sempre più diffusa nonchè preferita sia dai governi che dalle banche, visto che a fronte della maggior tracciabilità, è anche più facilmente possibile segnalare passaggi di denaro e tenerne traccia, così da favorire la “lotta” all’evasione fiscale.
No contanti
La graduale dismissione del contante è in realtà iniziata già da alcuni decenni, fondamentalmente per la scarsa tracciabiltà dei pagamenti con denaro liquido, utilizzati anche in contesti illegali.
Gli ultimi governi hanno infatti adottato politiche cashless anche piuttosto importanti (come il Cashback e l’attuale Bonus Bancomat) proprio per invogliare la popolazione ad adattarsi al denaro elettronico e questo si è riflettuto sul limite sulla soglia di denaro che è possibile prelevare attraverso gli ATM, utilizzando Bancomat e carte di credito/debito. Le soglie giornaliere restano invece variabili come abbiamo recentemente osservato mentre quelle mensili diminuiranno ancora da 1999.99 euro del 2021 a 999,99 a partire dal 1° gennaio 2022.
Addio ai prelievi Bancomat: ecco cosa cambia nel 2022
La situazione attorno agli sportelli Bancomat rispecchia questa tendenza di riduzione di filiali e sportelli, considerate meno necessarie da parte delle banche che da anni hanno iniziato ad investire sull’home banking. Meno filiali comportano meno spese, al punto che alcune banche, come ING ha deciso di chiudere le proprie filiali sul territorio italiano.
Di riflesso questo comporterà costì sensibilmente maggiori delle commissioni dei prelievi, quando si effettuano queste operazioni negli ATM, perchè in sostanza le banche dovranno fronteggiare costi maggiori. Proprio per questo motivo enti come l’Antitrust sono attualmente in preallarme per evitare incrementi troppo sostenuti.