Dogecoin rappresenta la prima criptovaluta nata in maniera “scherzosa” da uno dei più famosi meme del web, a pochi anni di distanza da Bitcoin: sviluppato nel 2013 da Jackson Palmer, uno dei manager dell’azienda informatica Adobe principalmente per gioco, approfittando della prima ondata di popolarità che investì le criptovalute ai tempi, ed esattamente come Bitcoin funziona con il peer to peer ed è basata su una specifica blockchain.
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Nascita e crescita
In pochi anni Dogecoin ha raggiunto una certa popolarità e non solo perchè è stata la prima nonchè la più famosa meme criptovaluta in assoluto: spesso è stata sfruttata come sponsor e per finanziare iniziative no profit ed a sua volta ha goduto di fama grazie a influencer famosi come Elon Musk. Negli scorsi mesi ha ottenuto una capitalizzazione di 50 milioni di dollari, un risultato fino a pochi anni fa inaspettato, ed anche se la fama ha prodotto molti emuli (tra i quali anche Shiba Inu, diretta concorrente), Dogecoin resta tra le criptovalute “minori” di maggior successo.
Quanto può valere Dogecoin?
Nonostante l’ascesa inaspettata per molti, i problemi strutturali di Dogecoin persistono e difficilmente permetteranno a questa valuta di “spiccare il volo”, come del resto ha ammesso lo stesso creatore alcuni anni fa che di fatto ha ufficializzato nessuna novità dal punto di vista strutturale.
Dogecoin ad oggi sfiora i 25 centesimi di dollari, dopo aver avuto un “picco” importante lo scorso maggio quando ha raggiunto i 65 centesimi, ha subito un netto crollo che l’ha fatta ritornare su livelli minori anche se è bene ricordare che negli ultimi 6 mesi è cresciuta del 222,45%. Insomma, un token che può sicuramente essere interessante se comprato in quantità ma che difficilmente godrà di un supporto particolarmente importante. L’obiettivo è quello di piazzarsi oltre il dollaro entro 5-6 anni, per mantenersi stabile intorno a quella valutazione. Elementi molto importanti per garantirne una crescita sono proprio gli sponsor, come le iniziative benefiche.