Le bollette telefoniche rappresentano un “male necessario”, indifferentemente dal tipo di fornitura: le fatturazioni da pagare su base mensile o bimestrale appaiono ai più come mai totalmente “oneste” negli importi a causa di numerosi fattori come specifiche imposte che, sommate all’importo dovuto fanno spesso lievitare l’importo da pagare.
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L’avvento del mercato libero nel settore dell’energia ha aumentato la concorrenza in fatto di forniture ma ha esponenzialmente incrementato anche il numero di truffe e raggiri, che continuano a manifestarsi sotto diverse forme, da quelle telefoniche a quelle “porta a porta”.
Il “fattore” bollette
Questo ha ovviamente messo in guardia gran parte della popolazione a partire dai primi anni 2000 con la già citata liberalizzazione del mercato, che si ripresenterà nel 2023. Ogni fornitore dovrà per forza di cose intraprendere politiche di estrema trasparenza nei confronti della propria utenza, e dovrà sottostare anche alle regole di prescrizione che nel corso degli ultimi mesi si sono aggiornate.
Con prescrizione si intende il limite temporale entro il quale il fornitore può legalmente “chiedere” all’utente il pagamento di una bolletta, ciò significa che oltre questo termine una bolletta non pagata non potrà più essere impegnata legalmente.
Hai già pagato questa bolletta?
I termini di prescrizione quindi redono inutile pagare una bolletta scaduta da un determinato periodo di tempo, anche se è bene fare chiarezza in merito alla tipologia di fornitura. Una legge di bilancio datata 2018 ha infatti fatto abbassare i limiti di prescrizione relativi alle forniture energetiche.
A partire da marzo 2018 le bollette relative alle forniture elettriche hanno acquisito termini di prescrizione di 2 anni, mentre per quelle emesse prima del 2018 vale ancora la prescrizione di 5 anni.
Le bollette dell’acqua hanno visto “scattare” i nuovi termini a partire dal 1° gennaio 2020, quindi anche queste hanno visto i nuovi termini ridursi a 2 anni. Idem per quanto riguarda quelle del gas, che hanno acquisito la prescrizione di 2 anni dal 2 gennaio 2019.