Il formato da 5 lire è uno dei più longevi e noti della lira italiana, ossia la valuta che per più tempo è stata utilizzata nel nostro paese: la versione più conosciuta nonchè quella più “duratura” è stata realizzata nei primi anni dell’epoca repubblicana del nostro paese per circa 50 anni, ed è la cosiddetta Delfino, realizzata in Italma, una lega metallica basata sull’alluminio.
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Negli ultimi decenni del 900 la 5 lire è stata gradualmente “messa da parte” per via dello scarso potere di acquisto che oramai i tagli più piccoli della lira avevano acquisito a causa dell’inflazione, fenomeno che per l’appunto fa abbassare la “forza” d’acquisto di una specifica valuta. A “farne le spese” sono state proprio le monete da 5 e 10 lire, quasi totalmente inutilizzate e ritirate dalla circolazione nell’ultimo decennio.
5 lire da 100 mila euro
La 5 lire ha per l’appunto rappresentato uno degli esempi più lampanti di svalutazione del conio: ben prima della Delfino infatti la 5 lire aveva un potere d’acquisto molto importante, anzi nei primi decenni Regno d’Italia, istituito nel 1861 era tra le monete più “preziose” in tal senso. Non è un caso infatti che a lungo le 5 lire venissero realizzate con metalli come oro e argento.
Quasi le monete coniate durante il Regno d’Italia, ossia dal 1861 fino al secondo conflitto mondiale recavano il profilo del Re d’Italia.
Di quale si tratta?
Quella più preziosa in assoluto, nonchè la più rara è conosciuta come Aquila Sabauda, per via di un’aquila, simbolo di casa Savoia, sviluppata all’inizio del 20esimo secolo, e il profilo di Vittorio Emanuele III, che subentro al padre proprio nel 1900.
Il valore di questa particolare moneta “parte” da circa 15mila euro ma può superare i 100 mila euro se in condizioni Fior di Conio, trattandosi di una moneta realizzata in pochissimi esemplari (le stime riportano circa un centinaio) ecco perchè trovarne una significherebbe possedere una vera e propria fortuna.