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Vecchie Lire, se hai questa guadagni 16 mila euro: ecco quale

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La storia della lira è tra le più interessanti, prendendo in considerazione il settore numismatico europeo, visto che la storica valuta italiana in circa 150 anni di storia ha attraversato un lasso di tempo molto particolare ed interessante dal punto di vista storico. Questo ha contribuito allo sviluppo di alcuni esemplari divenuti emblematici e molto ricercati dai collezionisti, sopratutto dopo la dismissione della valuta, avvenuta il 1° marzo 2002.

Le vecchie lire che possono far guadagnare fino a 16 mila euro

Il collezionismo delle monete può nascere con fini “affettivi” verso una particolare valuta, spesso considerata simbolo della nostra giovinezza e infanzia, per motivazioni storiche essendo una tipologia di oggettistica che rappresenta i sistemi economici ed i loro cambiamenti. Un esemplare di moneta non deve appartenere necessariamente ad una categoria specifica per poter essere considerato ambito, a volte bastano pochi dettagli per determinarne la rarità e quindi il valore.

Alcune monete divengono così rare e famose da essere conosciute anche al di fuori del contesto collezionistico anche per la storia: un esempio è dato dalla 500 lire d’Argento Caravelle.

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Si tratta della prima emissione metallica di questo formato dell’era repubblicana, coniate dal 1958 al 1967, e sono realizzate in argento. Il nostro paese ne coniò in più che discrete quantità ai tempi ma un particolare errore di conio ha permesso ad alcuni esemplari di essere molto ricercati.

Quale moneta?

Normalmente una di queste monete vale tra i 25 ed il 50 euro a seconda delle condizioni, ma esistono alcuni esemplari che possono arrivare a valere fino a 16 mila euro: si tratta della 500 lire Caravelle con le vele al contrario, ossia rivolte a sinistra piuttosto che a destra. Queste fanno parte di un ristrettissimo numero, poco più di 1000, realizzato in fase di prova, nel 1957.

Questa sorta di “errore”, visto il movimento delle navi (anche se in realtà si tratta di una navigazione teoricamente possibile, “di bolina”, ossia controvento) fu un capitano della marina a rendersi conto del dettaglio, nel dicembre del 1957, ossia Giusco di Calabria, e “costringendo” quindi l’incisore Pietro Giampaoli a “spostarle” sull’altro lato.

Ad oggi un esemplare di questo tipo, riconoscibile anche per la scritta Prova sul margine inferiore non vale meno di 3000 euro, ed alcuni esemplari in condizioni Fior di Conio hanno raggiunto i 16 mila euro.