Allerta pensioni in tutta Italia: pazzesco, ecco cosa succede!

Il tema pensioni è da sempre molto seguito e chiacchierato, sopratutto in concomitanza con eventi come la Legge di Bilancio, che determina sopratutto il dispiegamento di risorse in vista a partire del 2022. Numerosi cambiamenti sono stati resi necessari sopratutto a causa della pandemia che ha condizionato parecchio in particolar modo le fasce più deboli della cittadinanza.
Quali saranno i cambiamenti oramai già decisi dall’esecutivo capitanato da Mario Draghi?
Allerta pensioni in tutta Italia: pazzesco, ecco cosa succede!
In primis, confermato l’addio di Quota 100, la tanto chiacchierata modalità pensionistica che non è stata rinnovata: questa forma di uscita dal mondo del lavoro permette (essendo richiedibile fino al 31 dicembre 2021) di lasciare il lavoro all’età di 62 a patto di avere almeno 38 anni di contributi. Questa verrà sostituita da Quota 102, che prevede una soglia di 64 anni di età e 38 anni di anzianità contributiva. Quota 100 invece prevedeva il pensionamento a 62 anni con 38 anni di contributi.
Questa mossa non appare tuttavia adeguata per molti lavoratori, al punto che molti sindacati hanno segnalato che siamo in presenza di un ritorno della tanto osteggiata Legge Fornero.
Ape Sociale e Opzione donna
Riconfermata in maniera totale, anzi ampliata: Ape Sociale è una sorta di indennità che viene garantita dallo stato per chi compie attività lavorative gravose e che possiede almeno 36 anni di contributi (6 degli ultimi 7 impegnati in attività faticose) e 63 anni di età, trattandosi di un sorta di prepensionamento per uscire così in maniera meno “dolorosa” dal mondo del lavoro.
Ape Sociale è stata confermata anche per il 2022, per tutti i lavoratori che rientrano nelle categorie “pesanti”, i magazzinieri, addetti alla consegna, gli estetisti, i lavoratori delle pulizie, i portantini gli insenganti di scuola primaria e materna e gli estetisti.
Discorso differente per Opzione Donna, forma riconfermata ma modificata: anche questa forma di pre-pensionamento, originariamente dedicata a lavoratrici donne con 58 anni di età e 35 di contributi, oltre un anno di finestra mobile se dipendente (59 anni e 18 mesi di finestra se autonome). Dal 2022 le richiedenti potranno usufruirne se con 60 anni se dipendente e 61 se lavoratrice autonoma, in sostanza tutte le lavoratrici dipendenti nate nel 1961 o nel 1960 se autonome.