Busta paga, aumenti in arrivo ma non per tutti: ecco i fortunati

La legge di bilancio fa sempre molto parlare i diversi strati della cittadinanza, e difficilmente le risorse risparmiate e devolute tramite aumenti di stipendi riescono ad accontentare tutti: l’ex governatore della Banca d’Italia, nonchè attuale premier Mario Draghi ha infatti firmato la cosiddetta Legge di Bilancio 2022 che permetterà all’esecutivo di intervenire in diversi settori dell’economia, “spingendo” sugli ammortizzatori sociali e permettere al PIL, il Prodotto Interno Lordo, di continuare la risalita, raggiungendo livelli pre pandemia.
Le risorse dalla Legge di Bilancio 2022
Si stima che oltre 23 miliardi di euro saranno utilizzati proprio per non permettere un ristagnamento dell’economia, in primis alleggerendo la pressione fiscale ed aumentando le buste paga di diverse categorie di lavoratori. Oltre la metà di questa cifra sarà infatti utilizzata proprio per modifiche al cuneo fiscale anche per ravvivare i consumi, per forza di cose calati di diversi punti percentuali a causa del Covid-19.
Busta paga, aumenti in arrivo ma non per tutti
Dopo aver praticamente ufficializzato di Quota 102 al posto di Quota 100, sta facendo molto discutere le categorie di lavoratori “fortunate” che vedranno le proprie buste paga subire un sensibile incremento: secondo indiscrezioni la linea dell’esecutivo Draghi sarebbe quella di avvantaggiare i ceti medi, ossia gli oltre 5 milioni di cittadini che, secondo le stime più recenti, guadagnano cifre che si attestano tra i 28mila ed i 55mila euro annui.
Secondo alcune proiezioni, sarebbero proprio i nuclei familiari che rientrano in questa categoria che potrebbero godere di una aliquota più leggera per il 2022, che secondo semplici calcoli potranno godere così di oltre 300 euro su base annua, a “svantaggio” dei ceti più bassi, ossia quelli che non superano i 27mila euro all’anno. Per chi è sopra la soglia media, ossia chi è collocato tra i 55mila ed i 75mila euro questo tipo di manovra permetterà di “guadagnare” oltre 500 euro in più all’anno.
Si tratta comunque di ipotesi, pur verosimili, viste le decisioni già adottate dall’esecutivo.