Monete rare: ecco le 10 Lire che valgono 25 mila euro. Le hai ancora?

La moneta da 10 lire è considerata tra le più longeve della storia italiana, visto che in svariate versioni, è stata coniata fin dal 1861, anno di proclamazione dell’Unità d’Italia, fino al 2001, anno appena precedente all’arrivo dell’Euro.
Fino al secondo dopoguerra, le monete da 10 lire erano realizzate in oro o argento, mentre quelle create con la proclamazione della repubblica a partire dal 1946 sono state realizzate in italma, una lega a base alluminio, come le Pegaso.
10 lire Vittorio Emanuele II
Sotto il regno di Vittorio Emanuele II furono coniate esclusivamente a Torino le seguenti monete dal 1861 al 1865. La composizione è in oro 900/1000, è presenta su un lato il profilo del sovrano, mentre dall’altro è riconoscibile lo stemma di casa Savoia, con tanto di corona e contornato dal collare dell’Annunziata. Gli esemplari del 1861 presentano la testa del re leggermente più piccola rispetto a quelle sviluppate successivamente.
Dato il loro valore e la composizione in oro, sono monete estremamente rare e preziose, le più rare sono quelle realizzate nel 1861, in meno di 2000 esemplari, che ha permesso a queste monete di ottenere la classificazione R4 ossia il massimo grado di rarità, e il valore può avvicinarsi ai 20mila euro se in condizioni perfette, ma anche in ottimo stato può far guadagnare cifre superiori ai 5000/6000 euro.
10 Lire Vittorio Emanuele III
Sotto il regno di Vittorio Emanuele III furono emesse tre varianti di monete da 10 lire, ossia le Aratrice, Biga e Impero: le ultime, create nel 1936 per celebrare la proclamazione dell’Impero, e sono state create per questo motivo in un limitatissimo numero di esemplari, dal 1936 fino al 1941, in poche decine di unità, eccetto quelle che riportano la dicitura 10 Lire Vittorio Emanuele III 1936 XIV che sono state coniate in oltre 600mila esemplari, e che possono arrivare a valere fino a 200 euro, se in condizioni Fior di Conio.
Le valutazioni sono molto più elevate per tutte le altre, dato che sono pressochè introvabili; all’asta molte di queste sono state vendute per l’equivalente di 12mila euro.