Incredibile, ecco cosa succede quando compri una casa ad un euro

Abbiamo già trattato il tema legato alle case a 1 euro, ossia quello relativo alle abitazioni, solitamente diroccate e disabitate presenti in numerose località, prevalentemente piccoli comuni e borghi che, seguendo l’esempio di Salemi circa un decennio fa, vengono “vendute” a chi è disposto a prenderne possesso alla cifra simbolica di 1 euro.
E’ stato proprio il piccolo comune situato nella provinca di Trapani a lanciare questa iniziativa, passata inizialmente sottotraccia, è stata poi presa ad esempio da numerosi altri comuni, sia sempre nel Mezzogiorno, ma anche nel resto d’Italia: l’iniziativa permette di rivalutare zone del paese oramai abbandonate, permettendo al contempo di fornire una possibilità agli acquirenti che sono tenuti comunque tuttavia a dover rivolgersi all’amministrazione locale, che decide ogni sorta di “paletto” legale.
Il sistema delle case a 1 euro
Come detto, sono prevalentemente i borghi ad attrarre la popolazione, anche straniera, all’iniziativa nata anche per contrastare il fenomeno dello spopolamento dei piccoli comuni e per ridare lustro a zone molto caratteristiche d’Italia (Salemi ad esempio è considerato uno dei borghi più belli d’Italia), ed anche Taranto di recente ha autorizzato tramite bando l’acquisto di svariate decine di abitazioni con la astessa modalità.
Ecco cosa succede quando compri una casa ad un euro
Per acquistare case ad 1 euro è opportuno rivolgersi all’amministrazione locale, e prendere parte al bando, e ciò comporta anche qualche impegno legale che porta a specifiche condizioni, che possono variare a seconda del tipo di bando. In ogni caso è bene tenere a mente alcune condizioni generali:
Ogni comune prevede un termine ultimo da rispettare, da parte dell’acquirente dell’immobile che solitamente risulta essere un anno a partire dall’acquisto, in questo lasso di tempo i progetti di ristrutturazione e rivalutazione del terreno devono essere regolarizzati.
Per ottenere i permessi burocratici le spese notarili sono a carico dell’aquirente, salvo specifici “bonus” o agevolazioni (come ad esempio il Superbonus 110 %, valido fino al 2022), e per essere considerati “in regola”, i lavori necessitano di una specifica polizza che dura alcuni anni, ossia quando i lavori di riammodernamento sono terminati.