Attenzione al PIN del Bancomat: ecco come possono rubarlo

Qualsiasai ambito che abbia a che fare con il denaro è per forza di cose soggetto alle forme più svariate di truffe e raggiri, e con l’avvento, con successiva diffusione della moneta elettronica la situazione non è cambiata, ma la tipologia dei raggiri ha solo trovato altre vie, alcune arginate grazie all’avanzamento tecnologico, mentre altre continuano a rappresentare un rischio concreto anche al giorno d’oggi.
La digitalizzazione del denaro ha per forza di cose influenzato ogni fascia della popolazione, ma ovviamente non tutti possiedono lo stesso grado di dimestichezza con carte e bancomat vari, ecco perchè chi “resta indietro”, tecnologicamente parlando, rischia di subire delle truffe anche piuttosto importanti.
Bancomat come apripista
Il bancomat rappresenta una delle prime forme di pagamento elettronico che hanno preso piede nel nostro paese: il circuito omonimo esiste dal 1983 e con questo nome si è soliti identificare qualsivoglia di tipologia di tessera adibita al pagamento tramite l’inserimento di un PIN. Ad oggi, grazie anche alla diffusione capillare di carte prepagate/di debito come Postepay, assieme ai bonifici bancari il Bancomat rappresenta una realtà in evoluzione dal punto di vista dei dispositivi di sicurezza.
Attenzione al PIN del Bancomat: ecco come possono rubarlo
In PIN è un codice numerico di 4 o 5 cifre che funge da “password” per permettere i pagamenti tramite POS oppure per prelevare contante presso gli ATM abilitati. Nel corso degli anni le truffe si sono concentrate sull’aggiramento di questo codice per ottenere dati sensibili oppure sulla sua individuazione.
Nonostante le precauzioni, come coprire con una mano la tastiera adibita al PIN al momento della digitazione, alcuni nuovi “trucchi” utilizzati dai malintenzionati è una sorta di microtelecamera collocata all’interno dell’ATM, sopratutto quelli interni, opportuno quindi verificare con attenzione cosa c’è sopra le noste teste prima di digitare.
Anche in sistema contactless, oramai molto diffuso presso le tessere, prevede il pagamento di somme di denaro non superiori ai 25 euro senza l’ausilio del PIN: alcuni malintenzionati riescono ad avvicinare dispositivi elettronici che in realtà sono dei veri e propri pos di pagamento per “far pagare” alla vittima importi di questa quantità, magari più volte.
Il consiglio è di conservare le proprie carte in un portatessere di metallo oppure utilizzare portafogli con protezione RFID.