Hai queste vecchie monete romane? Incredibile, ecco quanto valgono

Poche civiltà hanno avuto un’influenza culturale, sociale, linguistica e anche militare come quella romana nel mondo: l’impatto che il regno, poi repubblica ed infine impero ha avuto su pressochè tutto il mondo occidentale, visto che alla massima espansione l’Impero Romano occupava pressochè tutta l’Europa fino al medio oriente, e coste nordiche dell’Africa.
La storia romana è tra le più studiate ancora oggi anche in virtù di questa enorme influenza culturale ancora oggi riscontrabile in molte invenzioni come strade asfaltate, acquedotti, numerose innovazioni nell’ambito dell’agricoltura e dell’architettura. Una civiltà dall’influenza così vasta e diversificata date le dimensioni è stata anche una delle prime a necessitare un sistema monetario ben preciso, che si è adattato ai tempi.
Hai queste vecchie monete romane?
Tra le prime monete della repubblica di Roma figurano le Didracme, realizzate in argento e bronzo, particolarmente diffuse nelle zone di influenza greca, quindi nel sud Italia. Il nome Didracma significa proprio doppia Dracma, ossia il nome della valuta utilizzata fino a pochi decenni fa dall’arcipelago ellenico. Queste ritraggono divinità greco-romane e spesso presentano una forma non perfettamente tondeggiante, ma possono far guadagnare dai 200 ai 600 euro a seconda delle condizioni.
Nella Roma repubblicana iniziò a diffondersi il denario, la “variante” più longeva e diffusa tra le emissioni romane a partire dal 200 avanti Cristo: si trattava di una moneta di piccole dimensioni realizzata in argento che fu coniata fino al regno di Costantino I, diversi secoli dopo. I denari furono ridotti gradualmente nel peso per fronteggiare le necessità politiche dell’Impero ed oggi hanno un valore decisamente variabile, che può “partire” da 50 euro fino a 700-800.
Di valore molto più alto il successivo aureo, sviluppato per l’appunto in oro e dotato di potere d’acquisto molto elevato per i tempi: oggi un aureo dell’Impero non vale meno di 1500 euro ma può “toccare” cifre vicine ai 10mila euro se è un esemplare particolarmente raro e ben conservato.