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Case ad un euro: ecco il rischio che corri se ne compri una

Case a 1 euro

L’idea di acquistare un’abitazione localizzata in un affascinante borgo alla cifra simbolica di un euro è estremamente affascinante, ed è divenuta realtà tangibile da un decennio a questa parte: il fenomeno della spopolazione fa parte della storia della civiltà umana e a cadenza più o meno regolare, in concomitanza con periodi di crisi che porta una numerosa parte della popolazione dei piccoli luoghi a lasciare le piccole città ed i paesi.

La prima iniziativa sviluppata per attirare acquirenti di abitazioni diroccate e disabitate fu inugurata dal piccolo comune siciliano di Salemi, considerato uno dei borghi più belli della penisola che, all’epoca sotto l’amministrazione di Vittorio Sgarbi.

L’iniziativa che ha preso piede

Salemi ha fatto da “apripista” ma iniziative analoghe sono state poi concretizzate da numerosi comuni sia limitrofi che al di fuori dell’isola: con un prezzo simbolico, l’amministrazione mette a disposizione degli acquirenti che devono essere italiani o stranieri con permesso di soggiorno, ma anche enti con fini turistici.

Ciò ha permesso a numerosi comuni italiani (ma non solo, visto che ad esempio anche Taranto ha recentemente messo a disposizione diverse abitazioni oramai inutilizzate) di subire un discreto ripopolamento e al contempo di permettere a chi è interessato di ottenere concrete possibilità di abitare in una zona caratteristica oppure di rivendere la casa in un secondo momento.

Case ad un euro: ecco il rischio che corri se ne compri una

Bisogna comunque ricordare che ogni amministrazione locale prevede specifiche condizioni presenti, come ad esempio la “burocrazia”, ossia tutte le varie spesenotarili, volture e di accatastamento, che sono a carico dell’acquirente, legate all’acquisto che devono essere evase solitamente a pochi mesi dall’avvenuto acquisto. Inoltre l’acquirente è tenuto a stipulare una polizza  fideiussoria di alcune migliaia di euro per al 3 anni, anche se questa viene successivamente rimborsata.

Non tutti i bandi danno permettono di vendere l’abitazione anche una volta terminati i lavori di ristrutturazione, in alcuni casi è necessario utilizzare la casa per specifici periodi di tempo.

Il segreto è non “buttarsi”, ma valutare ogni situazione con attenzione.