La lira, storica valuta italiana che ha “accompagnato” la storia del nostro paese ben prima dell’unificazione datata 1861, è stata ufficialmente dismessa nel 2002 per fare spazio all‘euro. Il fascino esercitato dal vecchio conio è rimasto intatto anzi per molti è aumentato sia per l’elevata collezionabilità di queste monete e banconote ma anche per un radicato “fattore nostalgia”.
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Data la loro reperibilità, le lire sono tra le monete per forza di cose più collezionate nel nostro paese, ed alcuni esemplari possono far guadagnare somme discrete, a patto di possedere quelle giuste.
Vecchie lire di valore
Spesso gli esemplari più “danarosi” ed interessanti dal punto di vista numismatico sono “celati” in tagli monetari piuttosto comuni: un esempio concreto è dato dalla moneta da 100 lire, una delle tipologie di monete più diffuse nella seconda metà di 20° secolo.
La variante “Minerva” ha infatti trovato enorme diffusione nel corso dei decenni, realizzata dal 1955 al 1989, quando è stata sostituita dalla poco apprezzata versione piccola e poi dall’ultimo tipo, denominata Italia Turrita.
Molto facile riconoscere una Minerva: presenta la raffigurazione della dea romana accanto ad un albero di alloro, pianta presente anche sulla testa del profilo femminile realizzato sull’altra faccia della moneta. Sotto la testa è presente la doppia firma degli incisori, ROMAGNOLI e GIAMPAOLI INC.
Fino a 3000 euro se hai queste vecchie Lire: ecco quali
La produzione di massa divenne importante solo a partire dalla fine degli anni 50. La 100 lire più rara in assoluto è la cosiddetta versione di Prova, realizzata in pochissimi esemplari nel 1954, mesi prima dell’entrata in vigore ufficiale della moneta.
Questa è molto simile a quelle realizzate successivamente, eccenzion fatta per la scritta Prova presente sul lato destro di Minerva, oltre all’anno 1954.
Una moneta di questo tipo, in condizioni Fior di Conio è classificata livello di rarità 3, e può far guadagnare fino a 3000 euro al fortunato possessore.