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Bollo auto, nel 2022 cambia tutto: ecco chi pagherà di più

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Il bollo auto, chiamata anche tassa automobilistica, rappresenta una delle “cose da pagare” maggiormente indigeste da parte della popolazione italiana: si tratta di una vera e propria imposta che si applica sul possesso del tipo di autoveicolo in possesso, e viene pagata una volta all’anno. L’importo fa riferimento alla potenza del motore erogata in kw/h oltre ad una serie di parametri che fanno riferimento alla regione di appartenenza del proprietario del veicolo.

Non tiene conto del numero di chilometri percorsi, ma viene calcolata unicamente sul possesso, quindi va pagata anche se l’auto non viene utilizzata. Essendo una tassa calcolata e riscossa su base regionale, le singole aree del paese decidono in modo pressochè indipendente quanto bisogna pagare.

Bollo “indigesto”

Il bollo auto tende a far scatenare discussioni anche piuttosto accese tra gli automobilisti che nella maggior parte dei casi richiedono l’abrogazione totale del bollo, anche perchè da regione a regione il pagamento può cambiare anche in maniera importante, e perciò può essere utile il web: portali come quello dell’ACI mettono a disposizione un modo semplice per calcolare esattamente l’importo da pagare attraverso questo indirizzo.

Bollo auto, nel 2022 cambia tutto: ecco chi pagherà di più

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Numerosi “rumors” in merito al bollo auto devono essere smentiti: il bollo sarà ancora in vigore anche per il 2022, ed anche il tanto chiacchierato Superbollo è stato confermato.

Si tratta di una sovrattassa per veicoli di grossa cilindrata che prevede un pagamento di 20 euro per ogni kW superiore alla soglia di 185 (pari a 252 cavalli). Ogni 5 anni questo si riduce fino a scomparire definitivamente quando l’auto ha “compiuto” 20 anni dalla propria costruzione.

Confermate le esenzioni per chi soffre di disabilità 104 ed altre gravi defezioni, così come quello per le auto ibride o elettriche che non sono tenuti a pagarlo per 5 anni.

Poche informazioni certe sulle decisioni delle singole regioni, tra queste solo la Lombardia e la Toscana sembrano intenzionate a far “lievitare” l’importo da pagare.