Allerta INPS: ecco cosa sta succedendo, pazzesco

L’INPS, ossia Istituto nazionale della previdenza sociale si occupa com’è noto dei servizi di previdenza sociale del nostro paese, occupandosi della gestione e dell’erogazione delle pensioni lavorative nonchè di assistenza, ma anche dei lavoratori autonomi che non utilizzano una cassa previdenziale “privata”.
La “nascita” dell’INPS risale agli ultimi anni del 19° secolo, e di li a poco furono introdotte le prime pensioni di invalidità e di vecchiaia, queste ultime divennero un obbligo a partire dal 1919.
Durante il regime fascista e anche con l’Italia repubblicana, il sistema previdenziale ha subito numerose modifiche per adeguare ai tempi uno degli enti più importanti del nostro paese, modifiche che devono coincidere con le linee adottate dall’esecutivo.
Situazione economica
Alla fine di ogni anno si “tirano le somme”, e anche il 2021 è stato piuttosto complesso da gestire da parte del governo: l’attuale premier Mario Draghi ha annunciato fin dai primi giorni della nuova legislatura di “dichiarare guerra alle tasse”, così da avvantaggiare tutte le fasce del paese: l’Italia infatti si ritrova puntualmente ad affrontare l’evasione fiscale che ogni anno erode miliardi di euro.
Quello relativo all’evasione fiscale è solo uno dei temi che condiziona il sistema economico italiano, che negli ultimi mesi sta lentamente ma costantemente “uscendo” dalla crisi arcuita dal Covid.
Allerta INPS: ecco cosa sta succedendo, pazzesco
Una delle possibilità paventate dall’esecutivo attuale, presentate ai sindacati si concretizza in un taglio dei contributi per una platea di circa 20 milion di italiani, che dovrebbe corrispondere a circa 1,5 milardi di euro. Si tratta di un’ipotesi che potrebbe diventare realtà, ed inserita in una legge di bilancio.
Ciò comporterebbe circa mezzo punto percentuale che virtualmente passerà da 8,90 % al 8,40 % del calcolo contributivo per tutti i lavoratori che guadagnano meno di 47mila euro l’anno, e un ulteriore “taglio” , stavolta di un punto per chi guadagna meno di 20mila euro all’anno. La risposta dei sindacati non è stata totalmente positiva, è probabile che nelle prossime settimane si arrivi ad un accordo in tal senso.