Fino a 15 mila euro se hai questi vecchi centesimi: ecco quali

Poche valute hanno subito così tante variazioni e cambiamenti concettuali come la lira italiana, la storica valuta che ha costituito la moneta degli italiani per quasi due secoli, trovando il primo sviluppo addirittura prima dell’instaurazione dell’Unità d’Italia.
La lira infatti era già la valuta dei regni del nord Italia prima del Risorgimento, ed ha costituito l’intero processo di unità nazionale che ha poi portato ai numerosi eventi successivi.
Fino a 15 mila euro se hai questi vecchi centesimi: ecco quali
Oltre alle lire, fino alla prima metà del 20° secolo le monete più diffuse in termini di numeri erano i centesimi di lira, realizzati e utilizzati in modo non dissimile dagli odierni centesimi di euro. I centesimi di lira “minori” erano realizzati sopratutto in bronzo e sono stati utilizzati fino alle prime decadi del secolo scorso, mentre hanno avuto una “vita” sensibilmente più lunga quelli da 10, 20 e 50.
Tra queste emissioni, molte sono estremamente interessanti dal lato storico ma anche da quello puramente “economico”: ecco un esempio tangibile di emissione particolarmente danarosa che può valere fino a 15 mila euro.
20 centesimi 1863
Emissione in argento risalente ai primi anni dell’Unità d’Italia, è riconoscibile per l’effige di re Vittorio Emanuele II, primo sovrano d’Italia, ed è stata coniata dal 1863 e 1867 presso le zecche di Milano e Torino. Normalmente si tratta di emissioni non così rare, ma che possono valere diverse centinaia di euro come per gli esemplari del 1867 se in Fior di Conio, che hanno un valore di poco inferiore ai 1000 euro.
Oltre 6 milioni di esemplari coniati nel 1863, tiratura che porta a valere queste monete pochi euro (al massimo 20 se in Fior di Conio), discorso diverso per i rari esemplari dello stesso anno che hanno la sigla BN, accanto alla “T” di Torino, al contrario, a causa di un errore di conio. Questo piccolo dettaglio fa valere questi rari esemplari fino a 15 mila euro!