Canone rai: pazzesco, ecco chi pagherà di più

Poche forme di tassazione risultano più indigeste e fastidiose per la popolazione italiana, almeno a giudicare dalle reazioni, del canone Rai, ossia l’imposta televisiva che viene calcolata sul possesso di apparecchi in grado di decodificare le frequenze audiovisive. In buona sostanza, un qualsiasi televisore.
Tassa televisiva
Questa forma di tassa, che da qualche anno risulta associata alla fattura dell’energia elettrica sopratuto perchè veniva “evasa” con frequenza, è pari all’importo annuo di 90 euro, rateizzati in 9 euro al mese per 10 mensilità. Non è tanto l’importo a renderla impopolare ma il concetto piuttosto vago con il quale viene “calcolato”, non tenendo conto sull’effettivo utilizzo dell’apparecchio e su un certo ostracismo della popolazione italiana in senso generico verso questo tipo di “obbligo”.
In realtà il concetto di tassa televisiva è applicato con anche maggior solerzia nel resto d’Europa (in Francia ad esempio “costa” circa il doppio) e serve sostanzialmente per fornire risorse economiche al servizio pubblico nazionale. Dei già citati 90 euro “solo” 74 sono devoluti alla Rai, il resto va nelle casse dello stato. Molto probabilmente nel prossimo futuro il canone ritornerà “separato” dalla bolletta della luce, come chiesto dall’Unione Europea, che non prevede questa forma di associazione, quanto piuttosto un più tradizionale calcolo separato.
Canone rai: pazzesco, ecco chi pagherà di più
Un ritorno al classico bollettino, che sarà prevedibilmente pagabile anche in forma “telematica”, rappresenta una soluzione possibile anche se ciò porterà prevedibilmente a minori entrate, che potranno essere controbilanciate da nuovi aumenti: l’ad di Rai Carlo Fuortes ha ricordato di recente che 90 euro al mese, considerata anche la già citata percentuale, non sono sufficienti per soddisfare il fabbisogno del servizio pubblico, che raramente necessita di una quantità di fondi “fissa”.
Carlo Fuortes ha inoltre ricordato che negli altri paesi la “stretta” del governo sulla tassa televisiva è decisamente meno importante rispetto a quella italiana che “erode” il 14 %.