Canone RAI, la novità è sconvolgente: costerà di più per questi utenti

Il Canone Rai rappresenta una forma di tassazione mai realmente “digerita” dalla maggior parte della popolazione italiana, sia concettualmente, visto che a partire dal nome, non viene considerata come “tassa”, sia dal punto di vista economico.
Imposta indigesta
L’imposta televisiva infatti viene ad oggi pagata da solo 1/3 di chi è in possesso di un televisore, requisito unico per essere soggetto alla tassazione in questione, anche se dal 2016 questa risulta associata alla fattura dell’energia elettrica. E’ stato il governo Renzi infatti ha decidere per “l’accorpamento in bolletta” così da aumentare sensibilmente le entrate, indispensabili per foraggiare il servizio pubblico nazionale televisivo.
Ad oggi il canone Rai costa 90 euro all’anno, dilazionati in 10 rate da 9 euro l’una così da essere maggiormente “accettabili” da parte dei cittadini. In molti chiedono l’abrogazione del Canone Rai ma ciò risulta assolutamente impossibile data la natura di imposta, anzi l’importo potrebbe aumentare molto presto.
Canone RAI, la novità è sconvolgente: costerà di più per questi utenti
A partire dal 2023 il Canone Rai dovrebbe ritornare ad avere “vita separata”, slegato dalla fornitura elettrtica, ma ancora più importante potrebbero concretizzarsi aumenti sull’importo finale: secondo l’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes il servizio pubblico è sottofinanziato, e l’importo erogato dai cittadini non sarebbe sufficiente per colmare i costi, anche perchè dei 90 euro “guadagnati” all’anno da ogni singolo utilizzatore, “solo” 74 risultano effettivamente disponibili a causa delle “trattenute” da parte dello stato.
Confrontando l’importo della tassa televisiva italiana a quella degli altri paesi europei l’importo non è così elevato: in Francia si paga 138 euro, mentre in altre nazioni come Germania e Gran Bretagna, l’importo risulta essere rispettivamente a 220 e a 185 euro, tenendo anche conto della minore “stretta fiscale” rispetto al nostro paese.
Un aumento quindi appare molto probabile, anche se non è ancora chiaro se si tratterà di un aumento generale per tutta l’utenza, o magari calcolata attraverso strumenti come l’ISEE.