La lira continua ad avere un forte impatto “nostalgico” per gli italiani che hanno convissuto con la celebre valuta nostrana: la lira ha infatti avuto un ruolo estremamente importante dal punto di vista culturale, essendo stata concepita addirittura prima della nascita della nazione unificata.
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La 100 lire rappresenta una delle monete storiche più riconoscibili in assoluto, sopratutto nella variante realizzata dal nostro paese dal 1954 fino al 1989, ossia la Minerva, così soprannominata per la raffigurazione della dea romana della saggezza e della guerra su uno dei lati.
Sviluppata in IAcmonital, una lega metallica basata sull’alluminio particolarmente utilizzata a partire dal secondo dopoguerra, la Minerva ha avuto una “vita” piuttosto lunga ed ha rappresentato una delle valute più diffuse in assoluto: sul Verso della moneta c’è ovviamente la Dea Minerva che impugna una lancia con la mano sinistra, con la destra invece si allunga verso un albero di alloro, sul Dritto è presente una testa di Italia di profilo, coronata d’alloro, al di sotto della testa sono presenti le firme degli incisori, Giuseppe Romagnoli e Pietro Gianpaoli.
Il valore di questi esemplari, così come per la maggior parte delle emissioni monetarie, e fortemente influenzato dal numero di esemplari prodotti in specifici anni oltre che dallo stato di conservazione: nel 1959 furono coniate quasi 20 milioni di esemplari ma comunque una 100 lire prodotta quell’anno può far guadagnare cifre molto interessanti: un esemplare in buone condizioni, senza particolari segni di usura può far guadagnare dai 10 ai 25 euro, mentre se è in condizioni eccellenti il prezzo sale fino a 50 euro.
Se la moneta presenta condizioni pari all’appena realizzata (Fior di conio) il valore può addirittura superare i 600 euro: una valutazione niente male, parzialmente dovuta allo stato di usura medio di queste monete, che essendo molto comuni, è mediamente scarso.