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Canone Rai, cosa rischia chi non lo paga? Ecco la risposta

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Pochissime “cose da pagare” risultano essere più fastidiose, almeno a giudicare dalle opinioni degli italiani, del cosiddetto Canone Rai nonostante non si tratti di un obbligo di pagamento così esoso: spesso quest’ostracismo è “spiegabile” da una sorta di concetto che ancora fatica ad essere assimilato, ossia quello relativo ad una tassa calcolata sul semplice possesso di apparecchi televisivi.

Tassa poco amata

Infatti la tassa televisiva, che è una vera e propria imposta e quindi un vero e proprio obbligo, non è propriamente un canone (il termine deriva da una precedente definizione, risalente al 20° secolo) e come tassa un mancato pagamento provoca un “buco” nelle casse dello stato, oltre che ad arrecare danno al servizio pubblico nazionale.

Dal 2016 la tassa televisiva viene calcolata ed accorpata alla bolletta della luce, decisione presa dall‘esecutivo Renzi per garantire un ritorno economico relativo proprio all’imposta televisiva. Nonostante ciò abbia aumentato il fattore “odio” da parte della popolazione, la soluzione ha garantito un aumento economico per le casse dello stato. Il “Canone Rai” è stato ridotto da 113 a 90 euro annui, ed è stato rateizzato in 10 rate da 9 euro l’una, equamente distribuite da gennaio ad ottobre, sulle fatture dell’energia elettrica

Canone Rai, cosa rischia chi non lo paga? Ecco la risposta

Chi non paga il canone Rai può continuare a vedere i programmi televisiv ma incorre in una sanzione amministrativa che può essere fino a sei volte superiore all’importo della tassa, quindi da 180 a 540 euro, alla quale va calcolato anche l’importo corrispettivo non pagato.

Se si decide di non pagare scatta il cittadino iscritto a ruolo e si attiverebbe la procedura di riscossione coattiva, con tanto di cartella esattoriale che può portare alla riscossione coattiva.

E’ comunque possibile attraverso un modulo messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate fare richieste di esenzione se non si possiede alcun tipo di apparecchio televisivo (non sono considerati i computer, smartphone e simili, dato che non utilizzano il segnale dell’antenna/cavo). Tuttavia se si dichiara il falso si rischia oltre alla già citata multa anche il reato penale fino a 2 anni di reclusione.

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