La busta paga è il tanto “desiderato” documento atteso da parte di ogni sorta di lavoratore dipendente: questa viene erogata dal datore di lavoro e rappresenta in sostanza l’ufficialità di una determinata prestazione lavorativa, solitamente inerente ad un singolo mese. Contiene al proprio interno tutta la serie di informazioni personali, previdenziali e relative alla retribuzione, come le trattenute e le varie agevolazioni.
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Ad ogni nuova legge di bilancio, ossia il documento che di fatto approva il bilancio dello stato, anche la busta paga viene sensibilmente modificata dalle varie modifiche decise dal governo. Ovviamente queste modifiche non sono uguali per tutti i lavoratori ma molto dipende dalla tipologia di categoria professionale.
Aprile è un mese notoriamente importante perchè molte di queste modifiche hanno effetto proprio a partire da questo mese: già dal mese di marzo infatti ad esempio scompare dalla busta paga qualsiasi voglia di bonus legati ai figli come il Bonus mamma domani, il Bonus bebè), gli ANF e le detrazioni per i figli a carico al di sotto dei 21 anni. Eliminato anche il Bonus tre figli: tutte queste misure sono state infatti accorpate nell’Assegno Unico per Famiglie, che viene sempre erogato dall’INPS (dietro richiesta) ma non più sulla busta paga ma attraverso un bonifico mensile.
Molti lavoratori vedranno “scomparire” l’equivalente del Bonus Integrativo fino a 1200 euro all’anno, in sostanza il cosiddetto Bonus Renzi (o Bonus 100 euro): il governo ha infatti ridotto la soglia di reddito per poterne usufruire da 28 mila a 15 mila euro.
Ad essere precisi il bonus permane anche per i redditi annui fino a 28 mila euro in base alle detrazioni. Nello specifico:
- 15mila euro, il bonus rimane in busta paga in forma piena (100 euro);
- per i redditi compresi tra 15mila e 28mila bisogna fare il calcolo in base alle somma delle detrazioni spettanti per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2021.