Canone Rai, cosa rischia chi non paga? Attenzione

Poche cose riescono ad accomunare e mettere daccordo un numero di persone come un sentimento di “disprezzo” verso il Canone Rai: la motivazione non è solo legata all’importo di questa imposta ma anche sul concetto stesso di tassazione stesso applicato alla TV. Infatti si tratta di una forma di pagamento fissa per tutti i semplici possessori di un apparecchio in grado di sviluppare immagini decriptando segnali tramite antenna (non sono quindi calcolati, almeno per ora, i dispositivi che hanno accesso ai canali televisivi attraverso la rete internet, ad esempio).
Tassa televisiva
Il termine stesso “Canone” non è più corretto almeno da 20 anni: si tratta infatti di una vera e propria tassa, sviluppata per finanziare il servizio pubblico nazionale e a sua volta tassata dallo stato: dal 2016 il “Canone Rai” è stato rateizzato in 10 rate da 9 euro l’una sulle fatture relative all’energia elettrica. Mossa che ha contribuito ad aumentare le entrate (anche se il servizio pubblico riceve “solo” 74 euro dei 90 calcolati, proprio a causa delle tasse) ma sicuramente ha reso la tassa televisiva ancora meno gradita.
La tassa televisiva esiste in molti altri paesi, dove tendenzialmente ha un’importo più elevato rispetto a quello dell’Italia (anche se va ovviamente relazionato in base al paese stesso).
Canone Rai, cosa rischia chi non paga? Attenzione
Trattandosi di una tassa, il pagamento è obbligatorio per tutti possessori di un apparecchio televisivo (anche se esistono delle eccezioni). Sono previste sanzioni amministrative (multe)
che può essere fino a sei volte superiore all’importo della tassa, quindi può essere calcolata su un importo che varia da 180 a 540 euro, al quale va aggiunto anche il corrispettivo del periodo evaso.
Non solo: scatta il reato penale con reclusione fino a due anni qualora il richiedente avesse dichiarato il falso durante la richiesta di esenzione, se effettivamente in possesso di un apparecchio televisivo.