E’ un po’ il “terrore” piuttosto concreto di milioni di lavoratori, indipendentemente dal settore e dalla tipologia professionale, ritrovarsi meno soldi in busta paga: ciò provoca ovviamente timori non sempre giustificati, anche perchè rendersi conto di “ammanchi” può non essere semplicissimo. La busta paga infatti rappresenta un vero e proprio documento che testimonia dal punto di vista fiscale una prestazione lavorativa, solitamente incentrata su un arco temporale di un mese, ma che sopratutto negli ultimi decenni, è spesso soggetta a modifiche ed aggiunte non sempre facili da capire. Chi riceverà meno soldi nel mese di aprile?
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Il Bonus integrativo da 1200 euro, chiamato spesso Bonus Renzi o Bonus 100 euro ufficialmente sparirà (in alcuni casi è già successo a partire dalle buste paga di marzo 2022) dalle retribuzioni. Ciò è dovuto ad una modifica durante l’ultima legge di bilancio che ha ufficialmente ridotto a 15 mila euro annui il tetto massimo per poter godere del Bonus 100 euro, che è chiamato anche Bonus Renzi proprio perchè concepito durante l’omonimo governo.
Continueranno a ricevere il trattamento integrativo i lavoratori con redditi annui pari o inferiori a 15 mila euro con imposta lorda superiore alla detrazione da lavoro dipendente spettante, così come i lavoratori che rientrano nel “range” tra i 15 mila ed i 28 mila euro 28mila se la somma delle detrazioni spettanti risulti superiore all’imposta lorda.
Scompare dalla busta paga anche qualsiasi forma di aiuto dello stato per i figli, come il Premio alla nascita 800 euro, il Bonus Bebè, il fondo prestiti ai neo genitori, gli assegni al nucleo familiare e detrazioni sui i figli a carico risultano accorpato in un’altra forma di agevolazione per la categoria, definita Assegno Unico per i figli, che a differenza delle già citate forme di supporto, risultano erogate direttamente tramite bonifico bancario e non più sulla busta paga.