Il Canone Rai rappresenta un fastidio per milioni di telespettatori italiani, ossia quella che è munita di almeno un apparecchio televisivo in casa: nonostante venga chiamata anche ufficialmente ancora con questo termine, si tratta di una vera e propria imposta che è calcolata in maniera “aleatoria” semplicemente sul possesso di un apparecchio in grado di “leggere” il segnale delle antenne, in sostanza ogni tipologia di TV.
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Al momento risultano escluse altre forme di sviluppo di immagini e suoni televisivi se questi arrivano attraverso tramite altri segnali (non sono obbligati a pagare il Canone Rai ad esempio coloro che non sono muniti di TV e che utilizzano il segnale internet per i programmi). Cosa comporta il mancato pagamento del Canone Rai?
“Non pagare il Canone Rai!”: pazzesco, ecco cosa può accadere
Attualmente l’imposta è pari a 90 euro annui, dopo le modifiche sviluppate da parte del governo Renzi, che ha “facilitato” e reso meno “pesante” il pagamento della tassa televisiva dilazionandola in 10 rate da 9 euro l’una, inglobandola quindi nella fornitura energetica (ossia nella bolletta della luce). La tassa televisiva risulta anch’essa tassata da parte dello stato e quindi “solo” 74 euro dei 90 finisce effettivamente per finanziare il servizio pubblico nazionale.
Cosa succede se non paghiamo il canone Rai? Trattandosi di una tassa a tutti gli effetti, si va inizialmente incontro ad una sanzione amministrativa, ossia una multa, che può arrivare a 6 volte l’importo della tassa annuale, quindi 180 a 540 euro. A questa multa va aggiunto anche il pagamento del canone relativamente al periodo evaso. Se l’utente continua a non presentare il pagamento, questo viene “iscritto a ruolo”, e ciò attiva la procedura procedura di riscossione coattiva, con tanto di cartella esattoriale vera e propria.
Scatta il reato penale invece se l’utente dichiara il falso, dichiarando di non essere in possesso di un apparecchio televisov durante la richiesta di esenzione: ciò può portare alla reclusione fino a 2 anni.