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Canone Rai, maxi multa a chi non paga: presta molta attenzione

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Dopo numerosi rumors, ci sono effettive novità relative al Canone Rai, una delle tasse più conosciute e discusse del nostro paese, nonchè una delle meno apprezzate dal punto di vista concettuale. Anche la nomenclatura stessa non è corretta in quanto non si tratta d un pagamento “volontario” ma una vera e propria imposta, che a più riprese nel corso della storia recente italiana è stata al centro di cambiamenti. Cosa succede a chi non la paga?

Cambiamenti

L’ideazione di una tassa televisiva in Italia è addrittura antecedente, anche di molti anni, alla prima vera diffusione su larga scala degli apparecchi televisivi: risale addirittura al 1938 la prima tipologia di “tassa televisiva” basata sul possesso di apparecchi in grado di “decrifrare” il segnale dell’antenna/cavo. Il concetto di base ha subito poche modifiche da allora, e si tratta di una delle criticità più contestate dalla popolazione. Del resto il nostro paese non sembra essere in grado di fare a meno della Tassa televisiva: per ridurre la percentuale di “evasori” dell’imposta il governo Renzi nel 2016 ha di fatto accorpato il Canone Rai alla bolletta della luce, dilazionata in 10 rate da 9 euro l’una. Ciò ha aumentato le entrate (oggi quasi il 30 %, attraverso questo sistema paga il canone, rispetto al 3 % antecedente a questo periodo.

Canone Rai, maxi multa a chi non paga: presta molta attenzione

Essendo una tassa, chi non la paga incorre in diversi problemi: in primis sono previste sanzioni amministrative (multe) che possono essere fino a 6 volte l’importo della tassa, ossia da 180 a 540 euro. A questo importo va aggiunto anche il costo del canone relativo al periodo evaso.

Lo stato adotta un comportamento pari all’evasione delle altre tasse: se il pagamento non viene eseguito dopo molto tempo, scatta l’iscrizione a ruolo e si attiva la procedura di riscossione coattiva, che può portare al pignoramento. Chi fa richiesta dell’esenzione dichiarando il falso compie un reato penale che può portare alla reclusione fino a 2 anni.

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