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Canone Rai, ecco quanto pagheremo: “è diventato un lusso”

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Detestato, osteggiato ma sempre più spesso comunque pagato, il Canone Rai rappresenta uno degli argomenti evergreen del nostro paese, sopratutto dal punto di vista negativo: di fatto rappresenta il pagamento obbligatorio per chiunque detenga un apparecchio televisivo nella propria abitazione, indifferentemente dal suo utilizzo. Questo in particolare ha rappresentato fin dalla prima diffusione su larga scala della TV qualcosa di “mal digerito”, anche se nel frattempo la Tassa televisiva (il nome più corretto) ha subito più di qualche evoluzione, processo che non si è arrestato, anzi.

Chi lo paga?

Anche se esistono delle categorie che possono chiederne l’esenzion, com i militari Nato in stanza in Italia, oppure gli anziani di almeno 75 anni con un reddito basso (oltre a chi può dimostrare di non avere una televisione), la maggior parte della popolazione è tenuta a pagare. Nel corso dei decenni lo stato ha provato in vari modi ad esortare il pagamento di questa mal digerita tassa, fino all’accorpamento in bolletta avvenuto nel 2015, concretizzato a partire dall’anno successivo: questa mossa, concepitia dal governo Renzi ha aumentato di molto le entrate (in precedenza solo il 3 % lo pagava regolarmente, mentre ad oggi almeno 1/3 della popolazione risulta “in regola”), ma anche al netto di una riduzione dell’importo annuo, che è passato da 113 a 90 euro, il Canone Rai non è stato comunque maggiormente tollerato.

Canone Rai, ecco quanto pagheremo: “è diventato un lusso”

Ufficiosamente l’esecutivo Draghi ha comunicato che dal 2023 il Canone Rai ritornerà ad essere scorporato dalla bolletta, così come da accordi con quanto “consigliato” dalla Commissione Europea che non concepisce alcuna forma di accorpamento del canone televisivo ad un’altra fornitura energetica.

Non è chiaro se tornerà ad essere semplicemente pagato in modo tradizionale oppure ad esempio attraverso il modello 730, durante la dichiarazione dei redditi.

Ciò che appare praticamente certo è che il numero di controlli per evitare le “evasioni”  saranno maggiori e anche l’importo potrebbe concretamentre lievitare anche oltre i precedenti 113 euro.

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