Il Premio Nobel per la medicina è una delle maggiori e più importanti riconoscenze in ambito scientifico ottenibili in senso assoluto, premio istituito dallo stesso Alfred Nobel sul finire del 19° secolo, e che consiste fin dall’inizio in una cospicua somma di denaro oltre ad un deciso riconoscimento per i passi in avanti ottenuti in questo importantissimo settore. Il vincitore del Premio Nobel per le medicina è Svante Pääbo, ricercatore, biologo e scienziato svedese.
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Le motivazioni che hanno portato uno dei fondatori della paleogenetica, oggi 67enne, sono strettamente legate alle ricerche portate avanti nel campo del genoma umano, attraverso una coordinazione vera e propria ha portato al sequenziamento del genoma dell’uomo di Neanderthal, ominide che pur essendosi separato dalla linea evolutiva, risulta essere legato dal punto di vista genetico all’Homo Sapiens. Le ricerche hanno portato la percezione della nostra “Parentela” genetica con gli altri ominidi in una nuova dimensione, come annunciato dallo studio di ricerche.
Il lavoro di Paabo è iniziato ricostruendo la genetica dei fossili umani anche in molti anni, confermando che alcuni dei geni preseenti nell’uomo di Neanderthal sono anche presenti nell’uomo moderno, fattore che è stato teorizzato in passato ma che è stato confermato dagli studi iniziati nel 2009 proprio da Svante Pääbo, che certrifica il “mix” genetico attuale che ci appartiene.
Le ricerche del biologo svedese hanno anche portato alla scoperta di un altro ominide, sempre attraverso studi durati molti anni, ossia l’antica popolazione umana, i Denisovani, anch’essi incrociati con l’Homo sapiens circa 70.000 anni fa.
Svante Pääbo, nato a Stoccolma il 20 aprile 1955, ha studiato all’Università di Uppsala e in seguito si è trasferito prima all’Università di Zurigo prima di trasferirsi negli Stati Uniti per proseguire le sue ricerche. Nel 1999 ha fondato l’Istituto Max Planck per l’Antropologia evoluzionistica a Lipsia, e alcuni anni dopo ha iniziato l’ambizioso progetto di voler ricostruire il genoma dell’uomo di Neanderthal.