Le patatine fritte fanno male? Ecco la verità!

Siamo quasi naturalmente disposti ed abituati ad associare al fritto un effetto estremamente negativo per la salute, in quanto il retaggio culturale anche in ambito culturale che ci portiamo dietro tende ad influenzare la nostra vita, anche quando in realtà le cose non sono esattamente come siamo portati a pensare. E’ il caso in particolare delle patatine fritte che risultano essere demonizzate come qualsiasi tipo di frittura o quasi, al punto che costituiscono uno sfizio quasi “peccaminoso” per la salute. Ma fanno veramente così male?
Le patatine fritte fanno male? Ecco la verità!
Non è la patata a far male in se, ma è il tipo di cottura. La frittura in senso generale non farebbe così male ma soprattutto nel caso di quelle prefritte (che costituiscono la quasi totalità di quelle “In busta”) il procedimento di frittura le porta ad essere una fonte di grassi insaturi, inoltre l’amido contenuto nelle patate se fritto tende ad essere cancerogeno.
Ma non tutte sono uguali in quanto molto dipende dalla qualità dell’olio, dalla quantità di quelle consumate ed una serie di fattori come la tipologia di frittura.
E’ sicuramente vero che le patatine da fast food facciano male proprio perchè spesso sono fritte in oli non di buona qualità, spesso riutilizzati più volte, che comportano una condizione effettivamente poco salutare. Se un organismo umano in salute può “tollerare” piccole quantità di queste patatine (6-8 a pasto), le cose vanno meglio se abbiamo la possibilità di farle in casa, tagliando le patate e friggendole con olio d’oliva, decisamente meno dannoso e salutare, avendo l’accortenza di non friggere in modo incorretto, facendo arrivare le patate oltre il “punto di fumo“, ossia la soglia di temperatura che per l’olio d’oliva è tra 195°C/198° gradi centigradi. L’olio d’oliva risulta essere anche più “resistente” al calore rispetto a quelli di semi.
In questo modo otterremo una frittura più accettabile per quanto non salutare in senso assoluto.