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Dolcificante al posto dello zucchero, quale scegliere?

Dolcificante

Rispetto a non troppi secoli fa, la “vita” moderna è molto più dolce dal punto di vista alimentare, e secondo diversi studi, anche troppo, in quanto lo zucchero, ossia sostanzialmente una generica forma di glucosio raffinato attraverso la produzione e la raffinazione di alcune forme di vegetali come la canna da zucchero o la barbabietola. In antichità le sostanze commestibili in grado di conferire dolcezza erano poche, come il miele, ed anche piuttosto costose. Lo zucchero è da sempre qualcosa di molto ambito, anche se risulta essere presente in tantissimi alimenti industriali, ma anche come “aggiunta” in numerose pietanze e bevande, ad esempio nel caffè.

Dolcificante al posto dello zucchero, quale scegliere?

Da anni, soprattutto con l’avvento del web, si è scatenata una vera e propria campagna denigratoria nei confronti del consumo generale di zucchero raffinato, che è effettivamente nocivo in dosi eccessive, ed in particolare un abuso di questa sostanza provoca problemi all’organismo come l’obesità, risultando anche potenzialmente fatale nell’ottica di contrasto di malattie come il diabete.

In realtà lo zucchero, per buona parte della popolazione, non va escluso ma limitato, e non solo nell’applicazione fisica ma anche in quello che ingeriamo senza accorgersene, attraverso altri alimenti.

Nel caffè, o nel tè spesso sono scelte sostanze alternative, come il miele, ma anche la stevia, la melassa o ancora il fruttosioUna delle migliori alternative è costituita proprio dal fruttosio che è naturalmente contenuto naturalmente nella frutta e nel miele, ed ha un potere edulcorante (dolcificante) maggiore rispetto al tradizionale zucchero bianco, anche se costa di più.

Molto importante anche il miele, che oggi è decisamente più accessibile rispetto al passato (anche se ha comunque un costo minore) così come lo sciroppo d’agave.

Gli scienziati comunque hanno rilevato che il consumo di dolcificante utilizzato per le bevande non è generalmente consumato in quantità rilevante, e non incide così molto sulla salute a lungo termine.

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