La televisione ha rappresentato una vera e propria novità in tutti gli ambiti sociali del nostro paese, in quanto questo strumento ha cambiato per sempre il concetto stesso di informazione ed intrattenimento rispetto al passato.
Leggi anche:
Come ogni altra forma di bene che diventa parte della normalità, anche la TV presenta alcune forme di obblighi ed imposte come il mai totalmente accettato Canone Rai, che ha già cambiato più volte forma ed importo di pagamento ma che non è mai entrato a far parte della sopracitata normalità.
Canone Rai, non più in bolletta: sarà abolito? Ecco le ipotesi
Il Canone Rai è pronto per cambiare nuovamente forma e “concetto” alla base del proprio funzionamento. Questo perchè secondo l’Unione Europea l’attuale formula mantenuta dal 2016, che prevede il pagamento dilazionato dell’imposta sul possesso di uno o più apparecchi televisivi costituisce un onere improprio in quanto legato alla bolletta della luce. Nello specifico l’importo attuale è di 90 euro su base annua, dilazionato
La tassa televisiva è stata concepita addirittura nella prima metà del 20° secolo ma solo con la fine della seconda guerra mondiale e la prima diffusione della TV è stata di fatto tramutata in una tassa sul possesso di questi apparecchi.
L’attuale formula rateizzata è destinata a sparire nel 2023, ed attualmente sul tavolo esistono varie possibilità:
La prima prevede l’abrogazione totale dell’imposta, come del resto viene caldeggiato da diverse tipologie di cittadini, o quantomeno una sua rivalutazione concettuale, in quanto il Canone Rai va pagato anche se non si utilizza l’apparecchio televisivo, essendo per l’appunto una imposta sul possesso.
La seconda ipotesi prevede l’associazione della tassa televisiva ad altre forme di imposta, ad esempio su quella dei canoni di locazione oppure sul bollo auto o ancora sull’assicurazione del veicolo, come avviene in nazioni come Israele.
Ultima opzione è quella legata all’inserimento dell’importo nella dichiarazione dei redditi, anche questa una formula già adottata da altre nazioni.
Il governo per ora non si è ancora esposto ma è destinato farlo entro la fine del 2022.