L’emergenza Covid sicuramente non sarà dimenticata se non dopo molti anni e probabilmente anche i suoi effetti culturali che sono ancora “vivi” nella mente di tantissimi, saranno documentati esattamente come è avvenuto in contesti passati per altre forme di pandemia. L’emergenza dovuta al Coronavirus infatti ha seguito delle dinamiche sicuramente simili a quelle di altri contagi su vasta scala che si sono progressivamente diffusi nel corso degli anni. A distanza di esattamente 4 anni dalla prima “scoperta” dei primi casi Covid, in Cina, il nostro paese è stato uno dei primi in Europa a registrare i positivi, nella prima parte del 2020, e dopo diverse vicissitudini di ogni tipologia, sicuramente l’emergenza è passata, anche se l’Istituto nazionale di Sanità mantiene comunque un controllo sia sui positivi registrati ma anche sui ricoveri. In questo periodo si sta manifestando una nuova impennata di casi dovuti al Covid-19.

Covid casi positivi

In alcune regioni in particolari, le fonti ufficiali dello Stato hanno confermato una percentuale in aumento, seppur non problematica tale da portare a dei provvedimenti.

Dove si sta diffondendo maggiormente il coronavirus in questo periodo? Quali sono le attuali regolamentazioni in tal senso?

Covid, nuova impennata di casi positivi in Italia: ecco dove

Covid casi positivi

L’ultima circolare aggiornata al riguardo risale alla fine di agosto 2023, che di fatto riduce al minimo i livelli di emergenza, portando l’assoluta fine dell’obbligo di tamponi e mascherine, che sono solo “consigliate” nei vari luoghi affollati di ogni sorta. Resta però la problematicità legata al contagio dei soggetti fragili, come gli anziani, e chi magari già soffre di predisposizioni e vulnerabilità maggiori.

Con il Coronavirus che sopravvive ma spesso in varianti ed evoluzioni meno impattanti sulla salute, questo virus oramai viene considerato come uno dei tanti, seppur molto contagioso. E in corrispondenza della stagione invernale, che porta maggiormente “stare al chiuso” e di contrarre malattie, un aumento dei casi viene considerato “normale”. Quindi teoricamente anche chi è positivo non ha alcun vincolo di quarantena e di tampone anche se viene consigliato, come per qualsiasi malattia infettiva, di evitare il contatto.

Testimoniato tra l’altro dai dati aggiornati alla scorsa settimana che ha visto una media di circa  75 su 100 mila abitanti italiani di casi positivi con un leggero aumento anche dei ricoverati (4.811, di alcuni punti percentuali rispetto alla media recente. Si tratta comunque di numeri in “controllo”, particolarmente evidenti in regioni come la Lombardia con 11.344 casi, seguono poi il Veneto ed il Lazio per numero di contagi e ricoverati.