Il concetto di cibo spazzatura oggi viene “inglesizzato” soprattutto da alcuni anni anche vuol dire praticamente la stessa cosa, ossia costituisce una definizione molto generica ma anche estremamente diretta per le forme di cibi che non hanno un generico impatto positivo sulla salute degli esseri umani, anzi quasi sempre rientrano in regimi alimentari non corretti e che possono provocare, se prolungati in vere e proprie forme di abitudini, anche gravi problemi per la salute. Riconoscere ed evitare il junk food è il primo passo anche perchè oggi molti cibi apparentemente “normali” e non così dannosi sono tendenzialmente evidenti nella loro affermazione anche pubblicitaria.
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Bisogna più che altro “mettersi in guardia” e comprendere quando un prodotto dà effettivamente un’idea specifica e definita di cibo spazzatura per magari avendo un aspetto salutare o comunque non dannoso.
Ma cos’è davvero il junk food e come riconoscerlo in maniera corretta e definita?
Junk Food, come riconoscere ed evitare il cibo spazzatura
Si fa riferimento a tutti quei cibi che attraverso una produzione generalmente industriale sono impoveriti da alcuni passaggi e spesso privati dei principali elementi nutrizionali oltre a palesare un’aggiunta in termini di additivi e conservanti. Generalmente queste condizioni sono provocate in modo diretto e definito per migliorare il sapore ma anche per allungare il periodo di conservazione, ed anche se oggi vi è una maggior attenzione da parte delle persone ed anche una più rilevante “chiarezza” nell’evidenziare cosa contiene un cibo, spesso da alcune diciture ed etichette abbastanza “aleatorie” ci si può confondere e magari acquistare qualcosa che sembra non dannoso ma che rientra nella categoria del junk food.
Quasi sempre questo contiene degli elementi che hanno un impatto sul nostro cervello legato alla dipendenza, stimolando la produzione di dopamina che è formalmente ci fa sentire “meglio” e che ci porta a diventare in qualche modo più o meno dipendenti da questi cibi.
Rientrano nella categoria praticamente tutti i dolci industriali, le salse varie, torte, biscotti, caramelle, gran parte della carne lavorata, bibite gassate e zuccherate, anche i succhi di frutta che non sono al 100 % naturali oltre ai cibi fritti.
E’ importante valutare il contenuto di ogni prodotto magari singolarmente, generalmente più è lunga la lista degli ingredienti e più complicati sono i termini utlizzati per definire ogni singolo conservante o additivo, e “peggio è”. Come sempre è la quantità che generalmente certifica il “male” di un prodotto che se rientra in abitudini prolungate sviluppa sicuramente problematiche gravi come l’obesità che a sua volta è anche la causa di altre patologie.